servizi cimiteriali palermo – onoranze funebri Palermo – servizi funebri palermo – cremazioni Paternostro https://www.paternostrosnc.com onoranze funebri palermo servizi funebri servizi funerari palermo funerali cremazioni riti funebri palermo fratelli paternostro Thu, 21 Nov 2019 08:29:01 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=5.8.7 https://www.paternostrosnc.com/wp-content/uploads/2016/10/50_64x64-60x60.png servizi cimiteriali palermo – onoranze funebri Palermo – servizi funebri palermo – cremazioni Paternostro https://www.paternostrosnc.com 32 32 Svolta nell’ultimo addio. https://www.paternostrosnc.com/svolta-nellultimo-addio/ Thu, 21 Nov 2019 08:29:01 +0000 https://www.paternostrosnc.com/?p=1444 Sarà la visione di troppi film americani, sarà che le tradizioni cattoliche non sono più unanimemente condivise. Di certo c’è che anche le modalità con cui dare l’estremo saluto ai propri cari cambiano. La gente inizia a preferire cerimonie personalizzate. Mentre in un rito cattolico il sacerdote tende a ripetere per tutti le stesse parole […]

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Sarà la visione di troppi film americani, sarà che le tradizioni cattoliche non sono più unanimemente condivise. Di certo c’è che anche le modalità con cui dare l’estremo saluto ai propri cari cambiano.
La gente inizia a preferire cerimonie personalizzate. Mentre in un rito cattolico il sacerdote tende a ripetere per tutti le stesse parole sul significato della morte, c’è chi vuole evidenziare le caratteristiche del defunto, quello che ha fatto, quello che amava. Ci si rivolge più all’uomo che al rapporto con Dio».

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Come funziona il servizio funebre? https://www.paternostrosnc.com/funziona-servizio-funebre/ Fri, 28 Jun 2019 13:06:44 +0000 https://www.paternostrosnc.com/?p=1301 In primo luogo è importante distinguere tra il decesso avvenuto in casa e quello registrato in ospedale o in una clinica privata. Nel primo caso i congiunti o conviventi devono immediatamente avvisare il medico di famiglia, la guardia medica o il 118. Un medico dovrà accertare e certificare la morte, rilasciando un apposito atto che verrà […]

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In primo luogo è importante distinguere tra il decesso avvenuto in casa e quello registrato in ospedale o in una clinica privata. Nel primo caso i congiunti o conviventi devono immediatamente avvisare il medico di famiglia, la guardia medica o il 118. Un medico dovrà accertare e certificare la morte, rilasciando un apposito atto che verrà dato in copia ai parenti e trasmesso al Comune di competenza, ovvero quello sul cui territorio si verifica la scomparsa. Nel caso delle strutture sanitarie provvede direttamente a tale incombenza il direttore o un suo delegato. Se muore un partente che fare? Questa resta la domanda di chi deve pensare all’estremo saluto. I familiari in entrambi i casi dovranno comunque rivolgersi a un’impresa di onoranze funebri per organizzare il funerale. Ogni Comune disciplina con un proprio regolamento le tariffe per i diversi servizi [1], ma generalmente si deve pagare un contributo per il trasporto, anche all’estero, uno per l’inumazione, per la tumulazione o per la cremazione. Non è possibile riportare un elenco completo e soprattutto le corrispettive tariffe perché ogni amministrazione comunale, applica le proprie decisioni in modo differente, ma sempre facendo riferimento alle indicazioni delle leggi nazionali vigenti.

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Cosa vuoi diventare dopo la morte: una lapide, un albero o un corallo? https://www.paternostrosnc.com/cosa-vuoi-diventare-la-morte-lapide-un-albero-un-corallo/ Fri, 28 Jun 2019 12:53:20 +0000 https://www.paternostrosnc.com/?p=1298 Life after life, la vita oltre la vita. E non stiamo parlando di un ipotetico aldilà, ma del fatto, che, una volta morti, possiamo in qualche modo essere reimmessi nel ciclo della vita, nella natura. Rientrare in the circle of life, per fare un’altra citazione. Una risposta alla volontà di essere sostenibile, di non essere […]

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Life after life, la vita oltre la vita. E non stiamo parlando di un ipotetico aldilà, ma del fatto, che, una volta morti, possiamo in qualche modo essere reimmessi nel ciclo della vita, nella natura.
Rientrare in the circle of life, per fare un’altra citazione.
Una risposta alla volontà di essere sostenibile, di non essere rinchiusi tra alluminio, legno e marmo, in un luogo che sa solo di morte e che spesso diventa una piaga urbanistica per le nostre città. Un modo anche per recuperare il rapporto con i morti e con i tabù legati alla morte, inglobando, con maggiore serenità, questa fase della vita dei nostri cari, nel nostro percorso.

In Inghilterra i cimiteri verdi, dove le lapidi sono sostituite da rigogliosi alberi commemorativi, sono una prassi comune.
Pensaci: questa soluzione soddisfa anche chi ha necessità di vivere il lutto recandosi con frequenza sul luogo di sepoltura. Non potrà portare fiori o pulire la foto o la lapide, ma forse il rapporto potrebbe diventare addirittura più intimo e salutare. Per il parente, ma anche per utenti di passaggio, significherebbe vivere uno spazio naturale, verde, che magari esplode di vita, godendo della pace di quel luogo e, se qualcuno ne sente il bisogno, perché no, facendo quattro chiacchiere con quell’albero, riparati dalle sue fronde.

Dispersione delle ceneri e nuove sepolture ecologiche.
Le soluzioni progettate in tal senso sono davvero varie. Ma non tutte lecite nella totalità dei paesi, specialmente in Italia.

Capsula Mundi.
È un progetto italiano di Anna Citelli e Raoul Bretzel: un baccello a forma di uovo, in cui il corpo del defunto è posto in posizione fetale all’interno di un contenitore in materiale biodegradabile, prima di essere sepolto nella terra. Sopra il luogo di sepoltura, e quindi sopra l’uovo, viene piantato un albero, scelto dal defunto prima della morte o dalla sua famiglia.
Il progetto è anche in esposizione alla Triennale di Milano fino all’1 settembre 2019.

Un vestito funebre con spore di funghi.
Jae Rhim Lee, artista e fondatore di Ceoio, realizza una speciale veste funebre che nel tessuto ospita le spore di diverse tipi di funghi. Questi organismi cresceranno nutrendosi del corpo del defunto, accelerandone la decomposizione.

Compostaggio umano.
Lo stato di Washington è il primo stato Usa a consentire la trasformazione in fertilizzante di resti umani (da maggio 2020), come alternativa alla sepoltura o alla cremazione. Il corpo che viene avvolto in un sudario e posizionato in un lungo vaso cilindrico, per essere poi adagiato su un letto fatto di materiale organico, come paglia, erba medica, trucioli di legno, erba medica e paglia. Si accellera l’attività microbica aspirando periodicamente l’aria e fornendo ossigeno. In un mese circa i resti vengono ridotti in compostaggio e possono essere usati come concimi.

Bara ecologica e biodegradabile.
Di Shaina Garfield l’idea di realizzare una bara ecologica, Leaves, che utilizza un fungo per aiutare a biodegradare il corpo in modo che si decomponga rapidamente, fertilizzando il terreno circostante. Il corpo viene avvolto in cotone naturale, posato su una superficie di legno di pino, fissato con una rete tessuta di corda che è stata allacciata con spore fungine.

“Negli Stati Uniti, consumiamo immense quantità di risorse per fare le nostre bare, emettiamo tossine nell’aria durante la cremazione e contaminiamo la nostra acqua durante l’imbalsamazione”, ha spiegato la Garfield.
In Gran Bretagna si utilizzano molto il vimini e il cartone. Ma più di recente si sono adoperati anche la foglia di banana, il bambù, la lana. Una delle principali industrie tessili del Regno Unito, Hainswort, ha registrato un aumento del 700% della domanda di bare di lana nel 2011-2012. E le bare sono talmente piaciute a Carlo d’Inghilterra, che le espose a casa sua in occasione di una fiera ecologica.

Barriere coralline artificiali.
Ceneri mescolate con una speciale miscela di cemento per creare con esse una sfera che verrà poi fatta affondare nei pressi della barriera corallina preferita, dove sarà colonizzata da microrganismi e creature varie.
Si chiama Eternal reef e sostiene la vita marina in un momento in cui le barriere coralline tradizionali subiscono un deterioramento significativo.

Urna in bioplastica.
Un’urna a forma conica, in cui le ceneri del defunto vengono rilasciate gradualmente nella natura.
Il progetto è dello studio Nienke Hoogvliet che ha sfruttato un metodo per trasformare le acque reflue, partendo in particolare dai batteri presenti nelle acque di scarico, in bioplastica, che combinata alle ceneri dà vita a questa urna di cremazione sostenibile.

Bios Incube di Bios Urn.
Il primo incubatore ad albero progettato per l’aldilà: un sistema intelligente che funziona insieme a Bios Urn, un’urna biodegradabile che conserva le ceneri cremate. L’incubatore viene fornito con un seme all’interno che diventerà un albero e la crescita della pianta viene monitorata tramite un’app per smartphone. Il tutto è accessoriato con un sistema di auto-irrigazione incorporato che si attiva da un dispositivo collegato alla superficie del terreno.

Riduzione in cenere con idrolisi alcalina.
Invece del fuoco, l’idrolisi alcalina, per riportare il corpo ai suoi elementi base.
Il liquido sterile privo di DNA che risulta viene restituito al ciclo dell’acqua, mentre le ceneri ossee che lo accompagnano rimangono in un’urna da dare ai propri cari. Con questo procedimento si riducono le emissioni di gas serra di un funerale di circa il 35%.

Dispersione delle ceneri e le nuove sepolture ecologiche in Italia.
Esiste una legge nazionale che permette la dispersione delle ceneri nel terreno, in aree a ciò appositamente destinate all’interno dei cimiteri, in natura o in aree private, mentre è vietata nei centri urbani (art. 3, L. 30.3.2001 n. 130). L’applicazione della legge è demandata a livello locale, per questo è sempre bene informarsi presso gli uffici preposti.

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Guida pratica al testamento: i principi generali https://www.paternostrosnc.com/guida-pratica-al-testamento-principi-generali-2/ Fri, 28 Jun 2019 12:37:48 +0000 https://www.paternostrosnc.com/?p=1294 Con il presente contributo inauguriamo la Guida pratica al testamento. In questo primo articolo si analizzeranno i principi generali in materia testamentaria, la capacità di disporre per testamento, il contenuto del negozio testamentario e le forme di testamento previste dal nostro ordinamento, messe a disposizione dell’autonomia privata per la manifestazione delle proprie volontà per il […]

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Con il presente contributo inauguriamo la Guida pratica al testamento. In questo primo articolo si analizzeranno i principi generali in materia testamentaria, la capacità di disporre per testamento, il contenuto del negozio testamentario e le forme di testamento previste dal nostro ordinamento, messe a disposizione dell’autonomia privata per la manifestazione delle proprie volontà per il tempo in cui si sarà cessato di vivere.

Ai sensi dell’art. 456 c.c., la successione si apre al momento della morte, nel luogo dell’ultimo domicilio del defunto.

La successione può essere legittima o testamentaria. La successione legittima si apre soltanto in assenza di disposizioni testamentarie; successione legittima e testamentaria possono anche coesistere quando, in presenza di disposizioni testamentarie, occorre disciplinare la sorte dei beni non ricompresi nelle stesse.

Ai sensi dell’art. 587 c.c., il testamento è un atto con il quale taluno dispone di tutte le proprie sostanze o di parte di esse per il tempo in cui avrà cessato di vivere.

Il contenuto tipico del testamento è rappresentato dalle disposizioni di carattere patrimoniale, con le quali taluno appunto “dispone” delle proprie sostanze per il tempo successivo alla propria morte. Il testamento può contenere però anche disposizioni atipiche, di carattere non patrimoniale, quali il riconoscimento di un figlio nato fuori dal matrimonio (art. 254 c.c.), la designazione di un tutore (art. 348 c.c.), la dichiarazione di riabilitazione di un indegno (art. 466 c.c.) o le disposizioni sulla cremazione del cadavere (art. 79 D.P.R. 285/1990) e sulla dispersione delle ceneri (Legge 20 marzo 2001 n. 130).

La prima caratteristica che viene evidenziata di questo atto è la sua revocabilità: si è voluta assicurare la piena libertà del testatore in ordine alla regolamentazione post mortem dei propri interessi, libertà ribadita anche dall’art. 679 c.c., che vieta ogni rinunzia alla facoltà di revocare le disposizioni testamentarie. Si suole dire che “ambulatoria est voluntas defuncti, usque ad vitae supremum exitum”: fino all’ultimo istante della sua vita il testatore è libero di cambiare il proprio volere, senza che sia ammessa alcuna interferenza da parte di terzi. Principio cardine del nostro sistema è l’art. 458 c.c., che statuisce la nullità di qualsiasi patto successorio, ossia di qualunque accordo in ordine all’istituzione di erede, alla disposizione di diritti successori o alla rinunzia agli stessi.

Il testamento è un atto a causa di morte, privo di qualsiasi efficacia nei confronti dei terzi prima che si verifichi l’evento morte, non recettizio, nel senso che la sua efficacia non è subordinata ad alcun onere di comunicazione a terzi, ed unilaterale: esso contiene soltanto la manifestazione di volontà del disponente, rispetto alla quale l’accettazione del chiamato all’eredità si pone come negozio autonomo e separato, non come accettazione di una proposta, ma come esercizio del diritto di far propri gli effetti successori.

E’ un atto personalissimo, che può essere compiuto soltanto dal soggetto interessato e capace e non tramite un rappresentante legale o volontario da chi non ha piena capacità di disporre dei propri diritti: non possono validamente disporre per testamento i minori (ancorché emancipati), tramite la rappresentanza dei genitori, e gli interdetti, a mezzo del tutore (art. 591 c.c.). Possono invece testare gli inabilitati e, in linea generale, i beneficiari di amministrazione di sostegno, a meno che gli stessi non si trovino in stato di incapacità naturale o che non sia diversamente disposto nel decreto di nomina dell’amministratore di sostegno. Si precisa al riguardo che l’art. 411, ultimo comma, c.c., attribuisce al Giudice Tutelare la facoltà di estendere al beneficiario di amministrazione di sostegno alcune delle incapacità previste per l’interdetto e l’inabilitato: secondo una parte della dottrina, però, nel caso in cui, nel corso di un procedimento per la nomina di amministratore di sostegno emerga uno stato di incapacità del potenziale beneficiario, tale da far propendere per l’esclusione addirittura della capacità di testare, ebbene, in questo caso sarebbe doveroso trasmettere gli atti al Tribunale competente per l’apertura del procedimento di interdizione. Possono validamente testare, infine, i falliti, nonché coloro che versano in stato di interdizione legale, pena accessoria quest’ultima conseguente alla condanna all’ergastolo o alla reclusione per un tempo non inferiore a cinque anni (art. 32 c.p.).

Il testamento è un atto a titolo gratuito, in quanto realizza delle attribuzioni senza corrispettivo, ma non sempre è una liberalità, dal momento che da esso può non discendere un arricchimento del beneficiario della disposizione, ad esempio nel caso in cui l’eredità sia oberata di debiti (damnosa hereditas).

Il testamento è un atto formale, per il quale è richiesta ad substantiam una della forme tipiche espressamente e tassativamente stabilite dagli articoli 601 e seguenti c.c.: testamento olografo, testamento pubblico, testamento segreto o testamenti speciali. Il rigido formalismo al quale è sottoposto il testamento dal nostro legislatore è dovuto all’estrema importanza che questo atto ha da sempre rivestito in tutti gli ordinamenti giuridici. A differenza che nel diritto romano, ove era consentita la proclamazione solenne e pubblica, con l’utilizzo di speciali formule, dell’erede testamentario, non è ammesso nel nostro ordinamento il testamento orale (detto nuncupativo).

Il testamento olografo, che rappresenta la forma più semplice ed utilizzata di testamento, è quello scritto per intero, datato e sottoscritto di mano del testatore (art. 602 c.c.). E’ una scrittura privata, che può essere conservata dal testatore fino alla morte o depositata fiduciariamente presso un Notaio, al fine di garantirne maggiormente la conservazione ed evitare qualsiasi rischio di smarrimento od alterazione. Può essere confezionato esclusivamente da chi sa leggere e scrivere.

Il testamento pubblico è un vero e proprio atto pubblico, ricevuto dal Notaio alla presenza di due testimoni (art. 603 c.c.). È il solo testamento notarile in senso stretto, in quanto il Notaio riceve la volontà testamentaria e redige l’atto. Si tratta della forma testamentaria più solenne, alla quale possono accedere tutti, anche coloro che non sanno leggere e scrivere, che presenta il vantaggio di un rigoroso accertamento della volontà del testatore e di una guida tecnica nella redazione, corredato però dallo svantaggio della maggiore gravosità di spese.

Il testamento segreto è una forma praticamente inutilizzata nella pratica, disciplinata dagli articoli 604 e seguenti del Codice Civile; può essere scritto dal testatore o da un terzo, a mano o con mezzi meccanici; può essere fatto da chi non sa scrivere, ma non da chi non sa leggere. La carta sulla quale è scritto il testamento deve essere consegnata ad un Notaio, che, alla presenza di due testimoni, redige un verbale di deposito: si configura, secondo l’orientamento dominante, un atto complesso, costituito dalla scheda testamentaria e dall’atto notarile di ricevimento. Ciò che rimane segreto è il contenuto delle disposizioni di ultima volontà, ma non il fatto di aver confezionato il testamento.

Il Codice Civile disciplina poi, agli articoli 609 e seguenti, alcune forme tassative di testamenti speciali, che sono previste allo scopo di facilitare la manifestazione di volontà del testatore in particolari circostanze nelle quali non è consentito o non è agevole ricorrere al Notaio. Si tratta del testamento in occasione di malattie contagiose o calamità pubbliche o infortuni, dei testamenti a bordo di nave o di aereo e dei testamenti dei militari in zone di operazioni belliche o prigionieri. Sono testamenti pubblici ricevuti da persone che rivestono determinate cariche (il Giudice di Pace, il Sindaco, il Ministro di Culto, il Comandante di nave o di aereo, il Cappellano militare), con requisiti formali molto ridotti e con efficacia temporale di tre mesi dal ritorno alla situazione normale.

Il testamento biologico, nonostante la terminologia utilizzata, non è un vero e proprio testamento: con questa espressione si indica il documento con il quale un soggetto, in previsione della propria futura incapacità, detta disposizioni inerenti alle cure mediche cui intende o non intende sottoporsi ed, eventualmente, nomina un tutore. Non si tratta di un testamento in senso stretto, poiché non è un atto dispositivo delle proprie sostanze per il tempo successivo alla morte, ma è un negozio giuridico unilaterale inter vivos, avente ad oggetto la vita stessa del disponente, la cui efficacia è differita ad un momento successivo coincidente non con la morte del disponente, ma con il prodursi di uno stato di incapacità psichica, antecedente alla morte. L’istituto, che fino a pochi mesi fa non era disciplinato dal nostro legislatore, ha trovato finalmente un riconoscimento ed una specifica regolamentazione nella Legge 22 dicembre 2017 n. 219, recante “Norme in materia di consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamento”, in vigore dal 31 gennaio 2018. A ciascun individuo maggiorenne e capace di intendere e volere è attribuita la facoltà di dettare le proprie DAT (Disposizioni Anticipate di Trattamento), esprimendo le proprie volontà in materia di trattamenti sanitari.

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COME AVVIENE UNA CREMAZIONE: https://www.paternostrosnc.com/come-avviene-una-cremazione-2/ Tue, 04 Jun 2019 06:39:00 +0000 https://www.paternostrosnc.com/?p=1290 In Italia, e nel mondo, è sempre più usuale il rito della cremazione post mortem. La cremazione è una pratica molto antica praticata anzitutto in Medio Oriente ed in Asia. In Italia le prime testimonianze di incinerazione dei cadaveri risalgono al neolitico. La pratica, però, si è diffusa solo a partire dalla media età del […]

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In Italia, e nel mondo, è sempre più usuale il rito della cremazione post mortem. La cremazione è una pratica molto antica praticata anzitutto in Medio Oriente ed in Asia. In Italia le prime testimonianze di incinerazione dei cadaveri risalgono al neolitico. La pratica, però, si è diffusa solo a partire dalla media età del bronzo. Con il Cristianesimo questa pratica decadde, dando spazio alla sepoltura.

Nel 1963, a seguito del Concilio Vaticano II, la Chiesa Cattolica ha disposto la sepoltura ecclesiastica anche per i fedeli che hanno scelto di farsi cremare, a condizione che la loro scelta non derivi dalla negazione dei dogmi cristiani. Attualmente in Italia la cremazione è praticata in circa il 10% dei casi. Questo a causa dell’assenza di strutture attrezzate che soprattutto nei piccoli centri non ci sono. Diversa è la situazione nel Lazio e nella Capitale, tanto che è prassi ormai per le onoranze funebri di Roma offrire questo servizio. In termini di legge è vietata la dispersione delle ceneri nei centri urbani, ma è concessa in spazi aperti come il mare, il bosco, la montagna e la campagna. E’ possibile, altresì, depositare le ceneri in spazi riservati all’interno dei cimiteri. Il processo di cremazione avviene attraverso forni molto potenti, capaci di raggiungere temperature di 900-100 gradi centigradi con l’arroventamento delle pareti per mezzo di resistenze elettriche o bruciatori a gas. Meno comuni i forni a fiamma diretta.

La salma viene trasportata presso l’impianto di cremazione dove sarà necessario completare tutte le pratiche burocratiche e legali. In alcuni casi vi è un periodo di attesa pari a 24-48 ore. Durante tale periodo, il defunto è protetto in un’unità di temperatura di refrigerazione controllata fino a quando la cremazione può essere eseguita. La salma adagiata nella bara entra nella camera preriscaldata scorrendo su alcuni binari. In questo passaggio viene sigillata dietro una porta meccanica. Quando la bara brucia il corpo si asciuga grazie al calore, che brucia la pelle ed i capelli. I muscoli si contraggono ed i tessuti molli vengono vaporizzati, mentre le ossa calcificheranno per mezzo del calore.

I gas prodotti dal processo sono espulsi attraverso un sistema di scarico che li purifica eliminando gli odori. Alcuni forni sono in possesso di un postbruciatore secondario per aiutare a bruciare completamente il corpo. Nel caso in cui il corpo non dovesse bruciare completamente, il tecnico addetto alla cremazione dovrà schiacciare i resti parzialmente cremati. Il corpo sarà così ridotto in frammenti e potrà essere raccolto in un vassoio dove raffredderà. Gli oggetti che restano (viti, chiodi, protesi, cerniere) vengono smaltiti secondo la legge.

Così si arriva alla polverizzazione dove i frammenti delle ossa vengono trasformati in sabbia fine. La macchina addetta a tale atto si chiama cremulator. In media ci vogliono circa tre ore per la cremazione di un corpo umano, riducendo così di 3-7 chili di cremains. Le ceneri di cremazione, solitamente, si presentano sotto forma di polvere pastosa di colore bianco. I resti sono trasferiti in un’urna di cremazione e consegnati al parente del defunto per essere conservati in casa, al cimitero, disperi o elaborati affinché il ricordo diventi un diamante.

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Quanto costa un cofano? https://www.paternostrosnc.com/quanto-costa-un-cofano-2/ Thu, 30 May 2019 06:43:40 +0000 https://www.paternostrosnc.com/?p=1273 Ricerca, qualità ed estetica hanno un prezzo. E i cofani non fanno eccezione. «Ma perché devo investire di più per un cofano? In fondo molti clienti scelgono cofani di media qualità, sempre buoni, ma non pezzi unici di alta ebanisteria o cofani dal design esclusivo». Questo potrebbe essere il pensiero di un impresario. Ma l’impresario […]

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Ricerca, qualità ed estetica hanno un prezzo. E i cofani non fanno eccezione.

«Ma perché devo investire di più per un cofano? In fondo molti clienti scelgono cofani di media qualità, sempre buoni, ma non pezzi unici di alta ebanisteria o cofani dal design esclusivo». Questo potrebbe essere il pensiero di un impresario. Ma l’impresario è prima di tutto un imprenditore e come tale deve sempre pensare a dare il massimo alla propria clientela, sia in termini di scelta sia di qualità. Solo in questo modo può soddisfare tutte le aspettative e, grazie anche al passaparola, incrementare il gradimento e la fidelizzazione della propria impresa. È quindi importante avere una sala esposizioni luminosa, elegante e sobria, allestita con cofani di fattura e qualità differenti, in grado di rispondere a vari gusti ed esigenze. Accanto ai cofani più economici, ma sempre dignitosi anche nella loro semplicità, si affiancano i modelli di fascia media, in varie tipologie di essenze, per poi finire con i top della gamma, destinati soprattutto a chi è alla ricerca di modelli particolari ed esclusivi. Affidandosi ad aziende serie e importanti, che investono in ricerca e tecnologia garantendo elevati standard di produzione, l’impresario è certo di poter continuare a ordinare prodotti di alta qualità, senza sorprese o imperfezioni, sia per i modelli più economici sia per quelli più ricercati. Bisogna sapere che, oltre a essere sempre al centro della cerimonia funebre, il cofano è l’ultimo dono che la famiglia sceglie di fare al proprio caro ed è anche l’ultimo ricordo che resterà di lui. Per questo motivo, sia che si tratti di un modello di alta gamma sia nel caso che la scelta ricada su un prodotto più economico, questo deve essere sempre e comunque un cofano elegante, raffinato e di classe, in grado di valorizzare l’ultimo saluto e comunque sempre all’ altezza delle aspettative della famiglia.

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Cremazione, gli atei credono a Dio più dei “basabanchi” https://www.paternostrosnc.com/cremazione-gli-atei-credono-dio-piu-dei-basabanchi/ Tue, 28 May 2019 06:03:52 +0000 https://www.paternostrosnc.com/?p=1253 Cremazione, l’ultimo schiaffo a Dio. In Italia negli ultimi anni sempre più persone hanno optato per la cremazione. A prima vista la scelta tra inumazione e cremazione appare priva di connotazioni ideologiche. In realtà scegliere per l’una o l’altra soluzione, implica visioni della vita e della religione agli antipodi. A preferire la cremazione, nella stragrande […]

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Cremazione, l’ultimo schiaffo a Dio. In Italia negli ultimi anni sempre più persone hanno optato per la cremazione. A prima vista la scelta tra inumazione e cremazione appare priva di connotazioni ideologiche. In realtà scegliere per l’una o l’altra soluzione, implica visioni della vita e della religione agli antipodi.

A preferire la cremazione, nella stragrande maggioranza dei casi, sono gli atei, i razionalisti, gli illuministi e strano a dirsi, persino non pochi cattolici. Chi predilige l’inumazione, sono invece i credenti di quasi tutte le religioni. Il movente è dunque, inequivocabilmente ed innegabilmente religioso.

Per non creare imbarazzi alla cerchia di amici e parenti, chi decide di farsi cremare giustifica la scelta con argomentazioni di carattere ecologico ambientale. Ovviamente, la verità, checché non manifestamente palesata, è altra. Per comprendere le vere ragioni della cremazione, bisogna partire da considerazioni filosofiche. Gli atei, che per inspiegabili ragioni preferiscono farsi chiamare laici, in realtà credono a Dio più dei “basabanchi”. La prova? Gli “atei laici” dedicano l’intera parabola esistenziale alle tematiche “metafisiche”, o più precisamente, a combattere le religioni, le chiese, i fedeli, i “miracoli” di Dio (la vita che nasce) e Dio stesso. Ragione vorrebbe, che se un ateo non credesse in Dio, non ficcherebbe il naso nei sui affari. Dacchè i fatti dimostrano il contrario, se ne evince che lo zelante impegno contro le “cose di Dio”, è l’inoppugnabile prova della credenza degli atei in un divinità negata a sole parole.

Constatato che gli atei altro non sono che dei “diversamente credenti” invidiosi di non essere Dio (che la teologia chiama Superbia), quale migliore chance di distruggere con il fuoco un corpo da lui generato quale ultimo “schiaffo” inferto all’odiato “concorrente”?

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Cimiteri, il nuovo business del ventunesimo secolo è la privatizzazione. https://www.paternostrosnc.com/cimiteri-business-del-ventunesimo-secolo-la-privatizzazione/ Tue, 28 May 2019 05:55:35 +0000 https://www.paternostrosnc.com/?p=1250 Nei cimiteri si nasconde un investimento. Il fare soldi in maniera truffaldina e poco etica è stato sempre un fenomeno caratterizzante della società in cui viviamo. I business da sfruttare in questo senso sono numerosi, ma soprattutto sempre in continua evoluzione: quello più attuale sembra essere diventato la privatizzazione dei cimiteri. A testimoniarne il funzionamento […]

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Nei cimiteri si nasconde un investimento. Il fare soldi in maniera truffaldina e poco etica è stato sempre un fenomeno caratterizzante della società in cui viviamo. I business da sfruttare in questo senso sono numerosi, ma soprattutto sempre in continua evoluzione: quello più attuale sembra essere diventato la privatizzazione dei cimiteri.
A testimoniarne il funzionamento è l’ex consigliere comunale di Montagnana (Padova) Alessandro Uguccioni, che nel 2016 si oppose alla volontà dell’Amministrazione comunale di dare in appalto la gestione del cimitero cittadino.
Il Consiglio comunale decise in quell’anno di deliberare in favore dell’appalto ad una ditta per la gestione trentennale di tale cimitero, per un importo di 17 milioni di euro e un utile che va dai 3 ai 5 milioni.
Ciò che l’ex consigliere contesta è che tale appalto venne fatto sulla base di una “finanza di progetto”, ovvero un progetto in cui è presente l’elemento di rischio di impresa. Tale elemento è però assente, dal momento in cui il settore in questione è perennemente in attivo.
Il problema di fondo non è tanto che la ditta privata sia mossa da uno scopo di lucro, bensì che essa guadagni su tale progetto senza correre il rischio di impresa, per cui il concetto di impresa stessa viene meno.
E se la ditta privata è coperta da questo punto di vista, è facile attendersi che il suo obiettivo sarà quello di minimizzare i costi e massimizzare le sue entrate, traducendo il tutto in un aumento dei prezzi per i cittadini correlato all’erogazione di un servizio di qualità ancor più scadente.

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Turismo e cimiteri: l’irresistibile attrazione dei luoghi dell’anima. https://www.paternostrosnc.com/turismo-cimiteri-lirresistibile-attrazione-dei-luoghi-dellanima/ Sat, 25 Aug 2018 15:15:28 +0000 https://www.paternostrosnc.com/?p=1193 “Varcare una soglia, entrare in un luogo considerato ancora tabù, regala sostanza alla vita” scrive Valeria Paniccia nel suo libro “Passeggiate nei prati dell’eternità”. Il suo lavoro è una sorta di guida da leggere come un racconto che invita il lettore a un “turismo insolito e suggestivo: passeggiare in quei luoghi che i più tendono […]

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Varcare una soglia, entrare in un luogo considerato ancora tabù, regala sostanza alla vita” scrive Valeria Paniccia nel suo libro “Passeggiate nei prati dell’eternità”. Il suo lavoro è una sorta di guida da leggere come un racconto che invita il lettore a un “turismo insolito e suggestivo: passeggiare in quei luoghi che i più tendono a rimuovere, i cimiteri, città senza tempo”. L’idea di valorizzare i cimiteri monumentali è venuta recentemente anche al Ministero dei Beni Culturali che nel 2016 firmò un protocollo d’intesa insieme a Sefit. Per rendere più fruibile e smart l’approccio a queste opportunità di turismo alternativo, è prevista anche la realizzazione di un atlante digitale per mappare i siti di maggiore interesse. Attualmente ne esiste una prima stesura scaricabile solo in versione Pdf che comprende: il Cimitero Monumentale del Verano a Roma, il complesso monumentale della Certosa di Ferrara, la Certosa di Bologna, lo Staglieno di Genova, il Cimitero Monumentale di Milano e il Cimitero Monumentale di Torino. La maggior parte di questi cimiteri sono protagonisti nel libro di Valeria Paniccia che descrive tra gli altri anche il celebre Père-Lachaise di Parigi dove “tra piante giganti e antiche” riposano le salme di Oscar Wilde, Marcel Proust, Jim Morrison e Chopin, ma anche quelle di Abelardo ed Eloisa, coppia simbolo di una passione travolgente. Sicuramente ad attirare nel camposanto parigino oltre 3 milioni e mezzo di persone ogni anno è anche l’interesse artistico per le sculture di alcune di queste lapidi. E non è un caso, quindi, che nel 2001 l’Association of Significant Cemeteries in Europe (Asce) abbia promosso il riconoscimento dei cimiteri come patrimonio dell’umanità. I cimiteri dell’Atlante italiano peraltro fanno parte anche della European Cemeteries Route, un percorso che attraversa 67 cimiteri monumentali. A livello mondiale sono 417 i siti d’interesse turistico; l’83,5% è in Europa, ma è proprio l’Italia a detenere il primato con i suoi oltre 190 cimiteri (il 55% dei siti europei) presenti in tutte le regioni, ma in particolare in Toscana, Sicilia ed Emilia Romagna. Da questi dati nasce la volontà del Mibact “di incentivare il turismo lento, diffuso e sostenibile, che decongestioni le grandi città e i grandi attrattori in favore di destinazioni meno conosciute, ma altrettanto ricche di fascino” in linea con il Piano Strategico per il Turismo.

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Infarto e malattie cardiache: per i proprietari di cani il rischio di morire è minore. https://www.paternostrosnc.com/infarto-malattie-cardiache-proprietari-cani-rischio-morire-minore/ Wed, 16 May 2018 05:50:58 +0000 https://www.paternostrosnc.com/?p=1172 È il risultato di uno studio svedese, condotto per 12 anni su quasi 3 milioni e mezzo di persone di età compresa tra i 40 e gli 80 anni. Lo dice uno studio svedese, l’ultimo a confermare l’effetto terapeutico del cane sul suo padrone. Il cane è davvero il miglior amico dell’uomo. A “certificarlo” sono […]

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È il risultato di uno studio svedese, condotto per 12 anni su quasi 3 milioni e mezzo di persone di età compresa tra i 40 e gli 80 anni.

Lo dice uno studio svedese, l’ultimo a confermare l’effetto terapeutico del cane sul suo padrone. Il cane è davvero il miglior amico dell’uomo. A “certificarlo” sono gli scienziati scandinavi, dopo aver dimostrato che i proprietari di cani sono meno a rischio morte per malattie cardiovascolari o altre cause rispetto a chi non ospita in casa un cane.

Lo studio è stato condotto per 12 anni su quasi 3 milioni e mezzo di persone di età compresa tra i 40 e gli 80 anni: «I risultati mostrano che i proprietari di cani che vivono soli hanno una riduzione del rischio di morte del 33% e una riduzione del rischio di attacco cardiaco dell’11%” rispetto a chi non ha un cane», spiega Mwenya Mubanga dell’Università di Uppsala, primo autore dello studio. Le persone che vivono da sole erano già risultate a maggior rischio di morte cardiovascolare, in base ad altre ricerche. «Il cane può rivelarsi un prezioso membro della famiglia nelle case dei single», aggiunge Mubanga.

Le proprietà benefiche e terapeutiche dei pet sono ormai note dal 1953, quando nacque ufficialmente la pet therapy in America, grazie allo psichiatra infantile Boris Levinson. Numerosi studi hanno documentato negli anni i diversi meccanismi d’azione dell’effetto terapeutico dell’animale a livello del sistema:

NEUROENDOCRINO – La presenza di un animale ha effetti benefici sui neurotrasmettitori che regolano e consentono l’attività del sistema nervoso, agendo sulla vigilanza, sulla motivazione e sull’umore.

ETOLOGICO – Per una persona il prendersi cura dell’alimentazione dell’animale è uno stimolo a occuparsi anche della propria.

PSICOLOGICO – Il rapporto uomo-animale è un forte stimolo psicologico, che induce la persona a “uscire” dai suoi problemi, focalizzandosi non più su se stesso ma sull’animale e sugli altri.

IMMUNOLOGICO – La presenza di un legame affettivo con l’animale interviene sui mediatori dello stress e sul sistema endorfinico, migliorando l’attività del sistema immunitario e offrendo migliori possibilità di sconfiggere patologie infettive e neoplastiche.

FISICO-LUDICO – L’aspetto ludico è importante soprattutto come stimolo al movimento, permettendo di fare esercizio divertendosi. Vi è anche un tipo particolare di gioco definito “idle play”, costituito da azioni di lisciamento e attorcigliamento del pelo dell’animale che rilassa la persona e ne attiva la manualità.

COMUNICATIVO – Si recupera una comunicazione non verbale che permette all’animale di cogliere espressioni impercettibili all’uomo, rendendolo capace di comprendere e farsi sentire compresi.

CARDIOLOGICO – Nel 1995 l’American Journal of Cardiology ha riportato che nei possessori di cani il tasso di mortalità a un anno dalla crisi infartuale era minore del 50% rispetto alle altre persone. Erika Friedmann ha riscontrato clinicamente la riduzione dei più importanti fattori di rischio per le cardiopatie.

Ancora oggi, purtroppo, la malattia cardiovascolare (CVD) è la principale causa di morte in tutto il mondo, rappresentando il 45% di tutti i decessi (più di 4 milioni) in Europa nel 2016. «Avere un pet – suggerisce Glenn Levine, professore presso il Baylor College of Medicine di Houston, Texas – potrebbe associarsi a un ridotto rischio di problemi al cuore e potrebbe anche essere che le persone sane siano semplicemente quelle che più spesso adottano animali domestici».

In passato, indagini scientifiche hanno dimostrato che i possessori di un pet svolgono più attività fisica per la necessità di portare l’animale a spasso almeno tre o quattro volte al giorno. Possedere animali domestici fornisce benefici evidenti anche per quanto riguarda la pressione sanguigna, i livelli di colesterolo e il rischio di obesità. “Gli animali domestici potrebbero ridurre concretamente il rischio di malattia cardiovascolare nei loro proprietari”, rivela l’American Heart Association in un comunicato pubblicato sulla rivista Circulation. L’American Heart Association ha anche misurato stress e pressione sanguigna ai proprietari dei cani, dimostrando che col guinzaglio in mano si abbassano i livelli di pressione sanguigna e il battito cardiaco.

Una meta-analisi di undici studi osservazionali ha rilevato che i proprietari di cani camminavano di più ed erano più attivi fisicamente dei non proprietari. Due studi hanno inoltre valutato i cambiamenti nell’attività fisica dopo l’acquisizione di un cane o di un altro animale domestico, riscontrando un aumento della deambulazione ricreativa auto-riferita. Uno studio recente ha poi dimostrato che il cane supporta anche il mantenimento dell’attività fisica durante il cattivo tempo. I cani, dunque, possono essere utili nel ridurre il rischio cardiovascolare, fornendo una forma non umana di supporto sociale e aumentando l’attività fisica.

È stata infine confermata l’esistenza di una associazione tra gli effetti benefici del cane e la riduzione dell’isolamento sociale, con un miglioramento della percezione del benessere, in particolare nelle persone singole e negli anziani. Lo studio ha anche riscontrato che l’impatto è ancor più positivo sulle persone che vivono sole poiché i cani incoraggiano a uscire, a camminare, forniscono supporto sociale e rendono la vita più significativa. Dato, questo, confermato anche dalla rivista Plos One, che ha addirittura parlato di pet factor, mettendo in luce soprattutto la capacità dei cani di renderci più socievoli e meno predisposti alla depressione.

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